Nel quadro del basso Medioevo, in quasi tutta l'Europa si manifesta un nuovo linguaggio, figlio illegittimo del predecessore Romanico, e cioè il Gotico. Tutti sappiamo in maniera più o meno specifica, le caratteristiche salienti di questo magnifico stile, anche perché comunque i monumenti costruiti seguendo lo stile Gotico hanno acquisito una fama al livello mondiale più unica che rara.
Tuttavia, la trattatistica del Cinquecento-Seicento definisce il Gotico come un ordine barbaro, un ordine scevro da ogni convenzione stipulata con l' architettura classica, l' architettura degli ordini architettonici per capirci. Un ordine che è risultato di un esperienza architettonica estranea alle convenzioni dell' Europa mediterranea, culla fino alla decadenza dell' Impero Romano, di canoni architettonici ancora incarnati negli ordini classici.
Prendiamo dunque per assodata un' asserzione, secondo la quale "l' architettura gotica trova le sue radici nelle etnie del nord, nei cosiddetti popoli barbari, che non avendo esperienza sufficiente e cultura storica, hanno imposto quest' architettura, che confrontata con quella classica, può essere definita un' architettura di forme pure, ma completamente fuori dalla sfera classica in termini formali".
Questa è un'affermazione da prendere con le molle perché tutti sappiamo che anche nel Gotico è presente una componente classica, dettata dei modelli in pianta più che di quelli in alzato, e dal decorativismo delle membrature, che talvolta blandisce le rive di un classicismo fortemente sintetizzato a forme pure.
Ma perché? Perché la critica è arrivata in quel periodo a disprezzare ed ostracizzare così tanto lo stile Gotico, come fecero del resto gli architetti del Rinascimento?
Tale fu l' entusiasmo della riscoperta degli ordini classici ai tempi di Brunelleschi, che il Gotico vene subito accantonato. Filippo ed il suo amico Donatello, recatisi a Roma in età giovanile, disegnarono schizzi di colonne, di ordini classici, di piante, e ne fecero esperienza pratica nelle creazioni future. Fu immediato il successo, vedere incarnati di nuovo i canoni proposti da Vitruvio, fino a quel momento ritenuti utopici e misteriosi fu qualcosa di assolutamente incomparabile, un traguardo fantastico. Ma cosa causò realmente questa presa di posizione repentina? A cosa portò questo cambio fulminante di linguaggio? Ad un cronico rifiuto verso tutto ciò che separava Roma antica dal Rinascimento, ovvero l' arte medievale in tutte le sue manifestazioni. Basti pensare a Vasari, che diede al termine "Gotico" un' accezione barbara (il nome deriva dal popolo dei Goti). E' emblematica infatti l' abissale discrepanza che va a crearsi tra personalità come quella di Arnolfo di Cambio, Come quella di Giotto e Cimabue, e persone come Brunelleschi, Donatello o Masaccio, con riguardo agli elementi stilistici adottati.
Sfortunatamente l' entusiasmo fu tale che si adottò quasi unanimemente il nuovo linguaggio, che produsse, almeno da parte di Brunelleschi, effetti impensabili, di cui ora non mi soffermo a parlare.
Sfortunatamente l' entusiasmo fu tale che si adottò quasi unanimemente il nuovo linguaggio, che produsse, almeno da parte di Brunelleschi, effetti impensabili, di cui ora non mi soffermo a parlare.
Tuttavia è da sottolineare una posizione molto importante. In un quadro di sviluppo della storia dell' architettura, intesa nel significato eclettistico-storicista del termine, come storia del popolo che la formula, sarebbe stato più corretto definire il Gotico e il Romanico come stili moderni, visto che gli ordini classici erano stati accantonati di pari passo con la caduta dell' Impero. L' adozione del Gotico in Italia (gotico cistercense, gotico fiorentino con s. Maria Novella o S. Croce) era quanto mai naturale e dettata dal normale avvicendarsi e susseguirsi dei popoli. Fu dunque accolta con entusiasmo la reintroduzione degli ordini classici, solo per rievocare la solennità e la potenza dell'Impero, ma anche e forse soprattutto, perché gli ordini classici erano ben definiti da un trattato, ovvero il De Architectura di Marco Vitruvio Pollione. La predominanza del Gotico fu spazzata via perché non era perorata da nessuna attività trattatistica, essendo specchio di un popolo inizialmente barbaro e rude.
Ritengo tuttavia che l' architettura Gotica, proprio per questa sua assenza di regole, di canoni, sia stata quella che ha subito la maggiore crescita, il maggior sviluppo, nonché quella più versatile e passibile di adattamenti e miglioramenti, cosa che negli ordini classici, proprio perché ormai regolamentati nero su bianco, era diventata impossibile.
Esprimo dunque un parere, secondo cui l' architettura Gotica, pur essendo inizialmente entrata con prepotenza nel panorama stilistico europeo, abbia poi corso di pari passo con tutti i popoli che l' hanno riconosciuta per l' erezione di templi religiosi (si ricordino le numerose cattedrali), infatti, l' architettura gotica per la sua preponderante altezza degli edifici, rispecchia la visione religiosa del popolo del periodo medievale, intesa come elevazione della preghiera e dell' anima verso il regno di Dio, verso il Paradiso. Questo quadro lascia trasparire l' iniziale incompatibilità dell' architettura classica con il popolo europeo, ormai abituato a vedere, in poche parole, archi rampanti, guglie, grandi vetrate e volte a crociera. Oltretutto, l' architettura classica (intendendo con "classica" l' architettura degli ordini architettonici), rispecchia il culto per delle divinità esterne al Cristianesimo, dunque il fenomeno che si creò, dal punto di vista filologico fu simile all' adozione di piante disegnate a guisa di moschee per costruire chiese cattoliche, con tanto di coolonne, rivestimenti e decorazioni in stile musulmano. Dunque, se prima l' architettura gotica venne vista come una sorta di pesce fuor d' acqua, forzatamente imposta alle etnie come architettura europea, ora lo stesso effetto si ripete con quella rinascimentale, dovuta però non più al cambio del popolo dominante, ma ad una scelta consapevole degli architetti del tempo, a seguito di una scoperta. A far abituare i popoli, tra cui il sensibile popolo di Firenze, ci penserà tuttavia il gradimento e l' estasi di fronte alla perfezione dei progetti Brunelleschiani.
Ritengo tuttavia che l' architettura Gotica, proprio per questa sua assenza di regole, di canoni, sia stata quella che ha subito la maggiore crescita, il maggior sviluppo, nonché quella più versatile e passibile di adattamenti e miglioramenti, cosa che negli ordini classici, proprio perché ormai regolamentati nero su bianco, era diventata impossibile.
Esprimo dunque un parere, secondo cui l' architettura Gotica, pur essendo inizialmente entrata con prepotenza nel panorama stilistico europeo, abbia poi corso di pari passo con tutti i popoli che l' hanno riconosciuta per l' erezione di templi religiosi (si ricordino le numerose cattedrali), infatti, l' architettura gotica per la sua preponderante altezza degli edifici, rispecchia la visione religiosa del popolo del periodo medievale, intesa come elevazione della preghiera e dell' anima verso il regno di Dio, verso il Paradiso. Questo quadro lascia trasparire l' iniziale incompatibilità dell' architettura classica con il popolo europeo, ormai abituato a vedere, in poche parole, archi rampanti, guglie, grandi vetrate e volte a crociera. Oltretutto, l' architettura classica (intendendo con "classica" l' architettura degli ordini architettonici), rispecchia il culto per delle divinità esterne al Cristianesimo, dunque il fenomeno che si creò, dal punto di vista filologico fu simile all' adozione di piante disegnate a guisa di moschee per costruire chiese cattoliche, con tanto di coolonne, rivestimenti e decorazioni in stile musulmano. Dunque, se prima l' architettura gotica venne vista come una sorta di pesce fuor d' acqua, forzatamente imposta alle etnie come architettura europea, ora lo stesso effetto si ripete con quella rinascimentale, dovuta però non più al cambio del popolo dominante, ma ad una scelta consapevole degli architetti del tempo, a seguito di una scoperta. A far abituare i popoli, tra cui il sensibile popolo di Firenze, ci penserà tuttavia il gradimento e l' estasi di fronte alla perfezione dei progetti Brunelleschiani.
La storia e l' abitudine ci lasciano appropriare anche di ciò che non ci appartiene, identificandolo come nostro solo perché è stato riscoperto da noi. Tuttavia, proprio per questa polivalenza temporale ed etnica, gli ordini architettonici sono definibili classici, perché incarnano l' elemento congiungente di tante tendenze, rappresentate da ferree regole stilistiche dove poi, in un modo o nell' altro, si va sempre a ricadere.
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